Rassegna stampa
Feroce e divertentissimo.
Federico Betta, Quaderno degli spettatori, dicembre 2013
In scena una Mattatrice, ipnotica nelle modulazioni della voce e impegnata in un movimento continuo di follia indotta.
Stefano Cangiano, giovane critico - Direction Under30, ottobre 2014
Uno scossone al cuore e uno alla coscienza.
Laura Simonetti, Quaderno degli spettatori, luglio 2014
Il lavoro è crudo, reale, doloroso, molto intenso.
Paolo Fusi, Quaderno degli spettatori, settembre 2014
Si ha come la sensazione che sia il teatro a doversi far carico di problematiche altrimenti non risolte, a volte irrisolvibili, destinate all’indifferenza dove saltano poi le più elementari regole del vivere civile. (...) gli sguardi, i punti di vista sono perciò diversi, ma entrambi di persone su cui la permanenza nel Campo agisce, modificando il loro rapporto con l’esterno e la loro visione della realtà.
Roberto Rinaldi, Rumorscena, agosto 2014
Una sorta di crocerossina kapò che racconta, per contrappasso beffarda e trionfante, le condizioni degli stranieri internati nei C.I.E. – Centro di Identificazione ed Espulsione, dove le persone sono recluse “non per qualcosa che hanno fatto ma per qualcosa che sono”.
Mario Bianchi, su Krapp's Last Post, luglio 2014
Lo spettacolo con più potenziale, capace di fondere al meglio una scenografia originale, un creativo utilizzo della scena e un’interpretazione matura, capace di esprimere al meglio la ricerca tematica trattata.
Giuria Direction Under30 – Teatro Sociale Gualtieri, ottobre 2014
Si potrebbe definire Chi ama brucia una tragedia greca: politica e senza vinti né vincitori. La bravissima Alice Conti riesce da sola a tener alto il pathos e l’attenzione per oltre un’ora, gettando luce su una realtà –quella dei Centri di Identificazione ed Espulsione – che conosciamo ancora troppo poco.
Alessia Calzolari, giovane critica - Direction Under30, ottobre 2014
Uno splendido lavoro, pieno in tutte le sfumature di colore di un'interpretazione "totale", delicata, ironicamente tragica e tragicamente ironica, reale nel tema pienamente reso da una drammaturgia pulita e sicura.
Giuria di Anteprima – Scenica Frammenti, giugno 2014
Alice Conti è un’attrice contemporaneamente funambolica ed essenziale. In questo lavoro, queste due anime si fondono in modo garbato, pulito ed efficace, aiutate da un gioco luci che asseconda e amplifica i ritmi interiori. Un lavoro che ha la potenza della necessità e il sapore acerbo della cronaca vera. Uno spettacolo-inchiesta che non vuole lasciare incolumi.
Silvia Ferrari, giovane critica - Direction Under30, ottobre 2014
Ritratti dai contorni vividi, lo spettacolo di ORTIKA affronta a viso aperto la scandalosa questione dei Cie, senza giungere a soluzioni semplicistiche, ma restituendo con spietata lucidità la complessità delle dinamiche psicologiche e politiche che intessono la faccenda. Ottima prova recitativa di Alice Conti, alle prese con un monologo dalle tinte sfaccettate. Altrettanto di livello la drammaturgia e l’uso degli elementi scenici.
Giulia Muroni, giovane critica - Direction Under30, ottobre 2014
Uno spettacolo sulla disumanizzazione programmata – ma dis-organizzata – e sulla vanità dei buoni sentimenti realizzato con un linguaggio anti-retorico, e anti-narrativo, grottesco e quasi espressionista, indubbiamente efficace.
Laura Bevione, Amanda view on theatre, febbraio 2015
Un’analisi dalle tinte livide sfumate sul kitsch, di grande urgenza e intelligenza, che esprime in un monologo scandito da una costellazione di oggetti come da una seconda voce, talvolta accondiscendente, talvolta opprimente. Questi feticci rimbalzano da un significato all’altro, dal testo all’oggetto scenico, ingigantendosi, moltiplicandosi, entrando in risonanza con i messaggi pubblicitari che evocano altri oggetti. L’attrice ci si aggrappa, trovando in essi solo la conferma di un’assenza di umanità.
Anna Cingi, giovane critica - Direction Under30, ottobre 2014
ORTIKA assolve nel modo più originale e riuscito a tutti gli aspetti che contraddistinguono un’ottima ricerca teatrale: dal tema scandaloso quanto tacitato – e qui superbamente documentato – dei C.I. E. e delle ambigue, paradossali e scambievoli esperienze e responsabilità di chi ne abita le mura (clandestini, infermieri, rappresentanti istituzionali), alla drammaturgia calibrata, surreale e acuminata che si dirige con chiarezza e cadenza evangelica verso il proprio oggetto, in un perfetto equilibrio tra azione e narrazione d’inchiesta. A corredo, un impianto scenico rifinito al millimetro, una complessità di quadri drammatici risolta con naturalezza nell’uso delle luci, degli oggetti, del corpo della straordinaria Alice Conti, aprono una breccia nella coscienza e inesorabilmente vi iscrivono Chi ama brucia.
Giulia Morelli, giovane critica - Direction Under30, ottobre 2014
Il palco si trasforma in un campo da gioco, il racconto spezza ogni linearità, e i frammenti della vita nei CIE nutrono un immaginario teatrale tutt’altro che piatto e prevedibile. Si ride, persino, dei tempi comici ben assestati e dei personaggi grotteschi e sopra le righe. [...] L’interpretazione di Alice Conti gioca sull’ambiguità dei contenuti, grazie a una spiazzante perfomance fisica e verbale, e a un uso degli oggetti di scena essenziale ma significante, valorizzato dalle luci di Alice Colla.
Francesca Serrazanetti, Stratagemmi, gennaio 2018